Anna Chiara, Aki, o Chiara (quando mia madre non è incazzata)

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Credits: il nuovo smartphone e l’incredibile talento della mia amica Giulia

Mi hanno chiamata Anna Chiara perché un’Anna c’era già nella mia famiglia (oltre ad Anna originale, mia nonna), e a Natale sarebbe stato difficile non far girare tre persone con un solo nome. Ho 26 anni, vengo da un paradiso terrestre in provincia di Benevento, ho studiato Finanza a Roma e non lo so nemmeno io perché, ma quando capivo un teorema sentivo un fuoco dentro, e forse anche la matematica è questione di emozione.  La stessa emozione che ho provato quando la mia prof del Liceo mi piazzò un bel 10 con la penna rossa, sul tema. Ai tempi ero una grande pippa in matematica (lo sono ancora, per la risposta vedi sopra), ma quando mettevo una penna su un foglio potevo finirla tranquillamente.

Non so se le mie siano davvero passioni, è semplicemente che non posso farne a meno: prima su tutti la pizza, ma non so quanti blog di pizza possano esistere. Secondo, Bruce Springsteen, ma è come discutere di filosofia, e non mi sento pronta. Però lo stesso fuoco dei teoremi me lo danno le partite della Juventus e i quadri di Caravaggio. È per questo motivo se le persone mi guardano stranite quando urlo alla tv o decido di andare allo stadio da sola, ed è per questo che ho bisogno di finire altre mille penne per dire quanto io sia innamorata di Gigi Buffon dai tempi del Parma, quanto io voglia sposare Higuain (a proposito, gli abiti da sposa per me sono una dipendenza, mica vi dispiace se ne metto uno tra un calcio d’angolo e un fuorigioco, no?), e quanto possa essere realistica l’ombreggiatura sul piede di colui che sostiene la croce di San Pietro nel dipinto della sua crocifissione, tanto da poter contare i granelli di sabbia e le pieghe. Così come continuo a guardare nei tagli dei quadri di Fontana,  perché dall’altro lato posso immaginare un mondo tutto mio. Magari uno perfetto. Uno in cui Caravaggio può imprimere per sempre sulla tela una pennellata nell’angolino di Alex Del Piero, per l’Avvocato Agnelli e per gli amici, semplicemente Pinturicchio.