Juventus – Inter 0-0: l’amore è una cosa semplice

Avrei tanto voluto cominciare questo pezzo in maniera diversa, soprattutto visti i risultati piatti di questa giornata di campionato, ad una manciata di giorni da quando Babbo Natale arriverà sui campi di tutta Italia. E invece, uno dei match più ansiogeni del calendario di una juventina si è concluso con un grosso nulla di fatto, e l’ansia è rimasta tutta nel pre-match e nei piedi scivolosi di Marione. Speravo davvero che questo weekend festivo fosse condito da una vittoria con un’Inter ostica, con un Maurito Icardi capocannoniere fino a questo punto del campionato che davvero mi faceva pensare male. Ma avevo anche dimenticato di tenere in considerazione, e me ne scuso, lo straripante stato di forma di Mehdi Benatia, e l’inossidabilità del buon Chiello, che per quanto gli riguarda Icardi sta bene nella propria metà campo, ma non nella nostra. È strano da dire, ma a volte le cose che vediamo ogni giorno le diamo per scontate, fino a che la BBC non perde pezzi e la mia Juve si lecca le ferite dei 14 goal subiti. Eppure, sono diverse partite che lì dietro vedo della sintesi, un’amalgama rara che mi fa sperare benissimo anche grazie alle ottime prestazioni di un ritrovato De Sciglio, che continua a sorprendermi e che si sta meritando il suo posto accanto a King Kong. Pipita non si vede, è in attesa di qualche pallone dal cielo, ma stasera davanti ci prova Marione, che gioca un po’ a calcio e un po’ a calcio saponato, prendendo una traversa esagerata e scivolando davanti ad un sempreverde Handanovic con il pallone già sulla punta per segnare. Certe volte la palla non vuole entrare, e mica è colpa sua. Certe volte ci va di vivere anche l’amaro di un pareggio che sa però di vittoria, perché abbiamo giocato a calcio, pressato alto, perché ho visto meno passaggi orizzontali del solito ed una voglia di salire in contropiede che in qualche partita passata non avevo visto. A volte ci sembra semplice vincere, quasi ci accontentiamo di farlo, ma pareggiare è un’altra cosa: ti manca un pezzo, lo cerchi in maniera spasmodica per risalire quella manciata di punti in classifica, e lo fai appigliandoti alle certezze, che se vai a scavare, sono le cose più semplici che hai. La serata in pizzeria con gli amici di sempre, con le mie amiche che devono sopportare la sottoscritta che canta cori a rullo; la mia pizza wurstel e patatine, che non riesco a cambiare dal 1991; le urla durante la partita quando Marione mi prende delle scivolate che nemmeno lui sa come fa. Insomma, che voglio dirvi: che a volte serve anche pareggiare ed accettare i compromessi, e come nelle coppie migliori e nella partita doppia, la vita è questione di dare e avere. Ma è solo grazie a certi compromessi che diventa semplice riuscire ad amare la voglia di fare un gradino in più. L’amore diventa semplice per la mia migliore amica, che presto sposerà un interista al midollo che si è proposto alle soglie di San Siro, ma che ha promesso che la porterà presto allo Stadium; è semplice per la mia maestra delle elementari, che non vedevo da anni e che è più bassa di me, ed è davvero difficile esserlo; l’amore è Miralem Pjanic, che sa bene che c’è chi ci vuole vedere a terra, ma che non si fa spaventare. La Juventus resta la squadra da battere, e fino a che c’è l’amore, vi conviene giocare a pallone per provare a scalzarci da lì.

E a proposito di amore: auguri Gonzalo, trent’anni sono pochi per dire chi sei, ma bastano per dire chi vuoi essere. Ma se vuoi, puoi essere mio marito!

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